venerdì 6 luglio 2007

corso raku

Il Corso Base
L'argilla
le terre, gli impasti e la composizione dell'argilla
La modellazione
il colombino, il tornio, la modellazione a lastra, il colaggio
L'essiccamento
i segreti di una buon essiccamento
La biscottatura
temperature e consigli per una buona cottura
Colori e smalti
i rivestimenti vetrosi e la loro colorazione
La riduzione
la cottura Raku e le tecniche di riduzione
I forni
un forno a campana e un forno in mattoni: schemi e progetti
Come costruire un forno
come costruire un forno con un bidone di metallo in 6 passaggi
I coni seger
i coni pirometrici e il loro utilizzo

A disposizione dei ceramisti o dei semplici appassionati Arteraku.it in collaborazione con i maggiori Artisti italiani e stranieri presenta approfondimenti sulle tecniche e suo nuovo raku reinventato in occidente.

Approfondimenti
Terra Sigillata: Con il termine "terra sigillata" si definiscono le tecniche di finitura di superfici ceramiche rivestite da patine prodotte con argilla vetrificante. Queste patine si ottengono [...] continua
Raku Dolce: Il Raku Dolce si colloca all'interno del cosiddetto Raku Americano, cioè eseguito con estrazione a caldo dal forno e successiva fumigazione, ma con alcune differenze [...] continua
I Rullini Ossidati: La tecnica del "Rullino ossidato" è nata da questo: quello che a me può sembrare dettaglio quotidiano ed insignificante potrebbe essere illuminante. [...] continua
Video Corso Raku: le fasi di una cottura raku presentate in una sequenza di immagini spettacolari...
Glossario Ceramico
il nuovo glossario ceramico di ArteRaku.it , più ricco e di semplice consultazione.

giovedì 22 marzo 2007

Villa Miari de Cumani


Originariamente una fortezza medievale, l'edificio fu ampliato e reso abitativo nella seconda metà del Seicento e poi ristrutturato come villa nel XVIII e XIX secolo.
La villa sorse probabilmente su una fortificazione medievale, adeguata ad abitazione nel Seicento, quando subì un ulteriore ampliamento. L'aspetto attuale risale però alla fine dell'Ottocento. La villa è circondata da una cinta muraria merlata ed è composta da più corpi collegati tra loro. All'interno si può ammirare una notevole biblioteca con l'arredamento originale del XVIII secolo, una bella sala "dei Ventagli" decorata agli inizi del Novecento da Achille Casanova ed altre sale tra cui quella detta "del Palma" dove sono custodite le tele attribuite a Palma il Giovane. Il vasto parco di circa otto ettari è stato ideato e realizzato da Giuseppe Jappelli attorno al 1860 in perfetto stile romantico e vi sono sistemate piante esotiche, piccole costruzioni di gusto eclettico, una grotta e un laghetto. Interessante anche la grande barchessa, utilizzata come deposito di attrezzi rurali.

Storia di Sant' Elena

Il territorio Comunale di Sant'Elena fa parte di quella fascia marginale della Bassa Padovana interessata alle grandi opere di bonifica del sistema idrico del "500.
Parecchie furono le trasformazioni subite antecedentemente dai nuclei abitativi della Bassa Padovana: ad una penetrazione neolitica (circa 2000 anni a.C.), subentrò un periodo di insediamenti di tipo palafitticolo dell'età del Bronzo, successivamente da paleoveneti, legati al prestigioso centro di Este e ai nuclei di Stanghella e Granze.
Si giunge poi al periodo Romano che ha facilitato la colonizzazione intensiva di tutta la Bassa. A Sant'Elena lo stanziamento dei Romani è evidenziato dagli ultimi studi delle foto aeree (in particolare quelli del prof. Camillo Corrain), che hanno permesso di individuare estese aree centuriate e dal ritrovamento di numerosi cippi funerari, pietre miliari e altri reperti archeologici, ora depositati al Museo Atestino. La scoperta di parecchi di tali reperti fu il frutto dell'appassionata ricerca del maestro Santelenese Giovanni Frati.
Gran parte del sistema viario attuale invece si conformò in epoca medioevale: da esso si sviluppò la bonifica del territorio del '500 che diede al paese l'attuale assetto.
La storia di Sant'Elena è legata a quella della famiglia de' Cumani, la cui dimora, eretta sulle rovine di una costruzione fortificata medioevale, è senz'altro l'edificio più importante del paese. La presenza delle mura merlate ghibelline e della torre gli conferiscono l'aspetto di Villa-Castello. Il vasto complesso della Villa Miari de' Cumani comprende la casa domenicale ossia la Villa vera e propria, i rustici, la serra, l'eremitaggio (deposito del ghiaccio), il Ninfeo, il grande brolo a forma di quadrilatero con peschiera e il parco del 1855, opera dell'architetto Paoletti, discepolo dello Japelli.
I Cumani entrarono in possesso delle terre di Sant'Elena tra il 1250 e il 1300. Tra il '700 e l'800, la Villa assunse, per opera del Conte Giacomo Miari de' Cumano, le caratteristiche tipiche di una sede di villeggiatura ma già nel 1689 - come citato da una visita pastorale di S.Carlo Borromeo - esisteva un Oratorio da cui fu costruita l'attuale Chiesetta. La Villa fu definitivamente trasformata da "rurale" a residenza "nobile e borghese" per volontà di Felice Miari che chiamò l'ingegnere Osvaldo Paoletti a progettare un parco all'inglese nello stile dei giardini romantici, già realizzati da Giuseppe Japelli. Le decorazioni delle facciate e del salone centrale sono opera di Achille Casanova, grande architetto Bolognese. Nelle sale della Villa aperte al pubblico si possono ammirare gli stupendi acquarelli del Paoletti e le tavole con i disegni del Casanova che testimoniano la capacità inventiva attuata nelle varie parti del progetto la cui realizzazione richiese un lavoro di venti anni. Di grande interesse artistico sono le quattro pale, raffiguranti Santi, opera del grande pittore dell'ultimo Cinquecento Veneto Palma il Giovane, collaboratore del Tiziano e del Tintoretto. Tra le proprietà dei Conti de' Cumani, "la Barchessa" costituisce un esempio fondamentale di architettura rurale. Costruita nel secolo XVI, dotata di ampio scoperto e annessi rustici, primeggia per l'ampio respiro della sua struttura planimetrica ed architettonica nell'elegante succedersi degli archi del vasto lungo porticato, con mattoni a vista, alti soffitti e capriate. La grande aia è stata lastricata, in epoca più recente, con tavelle in cotto. Di recente acquisizione da parte dell'amministrazione Comunale di Sant'Elena, la Barchessa è destinata ad ospitare edifici pubblici e le infrastrutture per lo svolgimento della massima parte delle manifestazioni dell'attività culturale del paese.
La Chiesa di Sant'Elena fu fondata dai Monaci di S. Benedetto Novello di Padova, appartenenti all'Ordine dei Monaci di Monte Oliveto Maggiore. Fu edificata verso la fine del '400 e subì nei secoli ampliamenti ed abbellimenti che la portarono alla struttura attuale nel primo ventennio del 1800. In quattro dei sei altari si trovano pale di pittori famosi del '700. E' intitolata a Sant'Elena e a Santa Francesca Romana. Il suo interno è caratterizzato da linee decorative purissime, grande luminosità, in perfetto stile neoclassico. L'edificio è costantemente mantenuto in ottimo stato di conservazione.
La fornace di laterizi detta La Fornace, situata a est del paese, ai confini col territorio di Solesino, fu fondata da Andolfo Gaspare poco dopo la metà dell'Ottocento, passò poi alla famiglia Gagliardo. Fu una delle più importanti fabbriche della Bassa: occupava 62 operai ed era dotata di forno Hoffmann. Rappresenta, con la svettante ciminiera alta decine di metri, un esemplare di architettura industriale da salvare e recuperare quale simbolo della produttività della gente della Bassa Padovana.
Costituita il 5 febbraio 1899, con la denominazione di "Cassa Rurale di Prestiti di Sant'Elena d'Este", l'istituto bancario di Sant'Elena svolse un ruolo fondamentale per la crescita economica del paese e del territorio.
La sua sede provvisoria fu inizialmente la Canonica. Dopo la II Guerra, la Cassa si trasferì nell'imponente edificio di fine '800 della centrale Via Roma per trovare definitiva sistemazione nel latifondo della Cumana, davanti a Villa Miari de' Cumani. Essa svolse la funzione di polo accentratore di tutte le attività agricole, artigiane e della piccola industria. Inserita nella dinamica trainante del principio corporativistico, ampliò il proprio raggio di azione e oggi, con la decina delle sue filiali sia nella Bassa che nell'Alta ha intessuto rapporti con tutti gli operatori economici del Padovano. La Banca del Credito Cooperativo di Sant'Elena ha il merito di dare respiro alle energie locali, contribuire solidamente allo sviluppo del patrimonio e favorire la volontà imprenditoriale.